Micro business e smart-cities: quale sarà il futuro delle città

Mai come in questo periodo i micro business sono diventati sinonimo del futuro delle città. La recente pandemia da coronavirus ha infatti imposto un ripensamento delle abitudini e dei consumi, evidenziando la necessità di affidarsi a prodotti e servizi sempre più locali. Forse anche a causa delle limitazione agli spostamenti, le persone hanno cominciato a valutare il fattore vicinanza come essenziale per le loro scelte di consumo: si tratti di un negozio di quartiere, oppure di un nuovo servizio smart, tutto dovrebbe essere raggiunto in massimo 15 minuti di camminata.

Una tendenza destinata ad affermarsi ben oltre alla pandemia, quando finalmente si potrà tornare alla piena normalità, poiché quello dei piccoli business locali si inserisce pienamente in altri percorsi già da tempo avviati, per migliorare la qualità della vita a livello urbano. Il ricorso alle micro imprese è infatti strettamente correlato alla mobilità sostenibile, quella rappresentata da monopattini elettrici e biciclette, così come a una maggiore consapevolezza nei confronti dell’ambiente e alla necessità di abbattere emissioni nocive.

Micro business: definizione e caratteristiche

Con il termine micro business si intende un progetto imprenditoriale di piccole o piccolissime dimensioni, spesso focalizzato su un singolo prodotto o servizio. 

Sul fronte istituzionale, la Commissione Europea ha definito come micro business – o micro impresa – un’azienda con un numero di dipendenti inferiori a 10 e un bilancio annuo non superiore ai 2 milioni euro. Requisiti e limitazioni variano però a seconda del Paese: negli Stati Uniti, ad esempio, sono micro business le attività con meno di 5 dipendenti. Considerando come la forma imprenditoriale più diffusa in Italia sia quella dell’impresa individuale, i micro business rappresentano una porzione molto estesa di tutta la produttività tricolore, in particolare nel terzo settore.

All’interno della categoria delle micro imprese rientrano delle attività decisamente variegate, anche fra di loro molto lontane. Dal piccolo negozio di quartiere specializzato nella vendita di alimentari e prodotti tipici, fino all’applicazione smart per controllare i parcheggi liberi nella propria zona: le alternative di certo non mancano. Tutte queste realtà, però, condividono delle caratteristiche in comune:

  • Approccio locale: le micro imprese tendono a concentrare il loro mercato sulla piccola o piccolissima distribuzione. Nella maggior parte dei casi si tratta di realtà di quartiere, soprattutto focalizzate su alimentazione, servizi alla persona e di assistenza, sistemi di pulizia, intrattenimento e mobilità;
  • Flessibilità: poiché queste realtà tendono a concentrarsi su un singolo prodotto o servizio, e approfittano di un contatto sempre diretto con i consumatori, possono variare il loro business a seconda delle immediate richieste del pubblico. Il tutto senza il timore di perdere gli investimenti: sono malleabili e si adattano sempre al cliente;
  • Rischi più ridotti: proprio perché queste realtà imprenditoriali sono inserite in un tessuto sociale che ben conoscono, e riescono quindi a intercettare le reali esigenze dell’utenza, il rischio d’impresa è decisamente più ridotto rispetto ad altri settori.

Piccoli business tra smart city e mobilità

Quando si pensa alla città del futuro –  ovvero alla cosiddetta smart city – alla mente balzano immagini futuristiche di centri urbani iper-connessi, cosmopoliti, fulcro dell’interazione di persone con storie di vita assai differenti. Si tratta di un’immagine del tutto plausibile, ma che tende a dimenticare uno dei fattori fondanti delle città del futuro: proprio i micro business.

Mentre le grandi multinazionali diverranno sempre più delocalizzate e virtuali, tanto che la quasi totalità delle loro business avverrà grazie alla rete e all’e-Commerce, a livello urbano torneranno a dominare le piccole esperienze. Una città smart e interconnessa ha infatti bisogno di prodotti e servizi sempre più personalizzati e personalizzabili, dedicati anche a nicchie ristrette di utenti, con la possibilità di potervi accedere nelle immediate vicinanze della propria abitazione o del luogo di lavoro. Andranno sempre più per la maggiore proposte su misura – dai servizi di baby sitting alla delivery di prodotti alimentari, dalle palestre di quartiere ai temporary store – e anche le grande imprese si doteranno sempre di più di consulenti locali. È il caso ad esempio dei servizi energetici, grazie a professionisti che sapranno trovare la fornitura più adatta per ogni singola famiglia, così come alle offerte di telefonia e di connettività.

In questo universo di micro imprese, tutte raggiungibili nel raggio di pochi chilometri, diventa fondamentale uno stretto legame con la mobilità a breve e brevissimo raggio. Vi sarà sempre meno spazio per le automobili, poiché poco pratiche per spostamenti nelle vicinanze della propria residenza, mentre si assisterà al boom di mezzi leggeri, elettrici ed ecologici. È il caso delle biciclette sia classiche che elettriche, oggi sempre più frequenti in ambito cittadino, ma anche di monopattini, hoverboard, segway e molto altro ancora. Delle soluzioni estremamente pratiche sia da usare che trasportare, anche comodamente sui mezzi pubblici all’occorrenza.

E non è tutto, poiché proprio dalla mobilità elettrica e sostenibile potrebbero nascere nuovi e interessanti micro business. È il caso dell’ecosistema dello sharing, già da anni attivo sulle biciclette e recentemente sbarcato anche sui monopattini elettrici. Sempre più micro imprese vorranno realizzare un piccolo network di mezzi a noleggio orario, pensati proprio per le esigenze di quartiere. E questa necessità darà vita ad altri micro business di rimbalzo, come rivenditori di veicoli leggeri, applicazioni per smartphone, servizi di prenotazione e pagamento digitale, parcheggi e molto altro ancora. Un vero e proprio circolo virtuoso, non solo capace di elevare l’economia locale, ma anche rispettoso dell’ambiente, tra emissioni zero e ricorso a energie rinnovabili.

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