Rondini, animali simbolo della primavera: cosa sapere e come proteggerle

Niente le può fermare, neppure i cambiamenti climatici: le rondini arrivano come ogni anno in Italia per ricoprire il loro proverbiale ruolo di messaggere della bella stagione.

Da anni, però, il costante aumento delle temperature del nostro pianeta sta mettendo a dura prova le loro abitudini e la loro salute.

Andiamo a conoscere meglio questo grazioso volatile, simbolo della primavera, i rischi che sta affrontando negli ultimi anni e a vedere le iniziative per difendere la sua presenza nel nostro Paese.

Una rondine non fa primavera: è vero?

Iniziamo con qualche nota sulla vita delle rondini: si tratta di una specie migratrice che passa l’inverno nella savana, nella parte meridionale del deserto del Sahara (per questo viene definita transahariana).

Nel resto dell’anno, dopo la tradizionale e non poco rischiosa migrazione, va a nidificare nei Paesi dell’Europa, dall’Italia fino alla Scandinavia.

Le rondini arrivano da noi generalmente tra la metà di marzo e l’inizio di aprile, per rimanere fino a tutto il mese di agosto e a volte anche svernare nelle zone che rimangono più calde.

Secondo il vecchio adagio “una rondine non fa primavera” ormai appare chiaro che, complice il clima soggetto a repentini cambiamenti, ci sia ben più di un fondo di verità.

Nonostante questo, anche gli esperti ornitologi sono d’accordo nel confermare che l’arrivo delle rondini coincida idealmente con quello della stagione calda.

Rondini a rischio: dal clima alla rimozione dei nidi

Al giorno d’oggi, purtroppo, ci sono specie di rondini considerate a rischio estinzione, con una popolazione in calo di circa il 40 per cento negli ultimi decenni.

Quali fattori sono alla base di questo declino del numero? Gli studiosi ne hanno individuati alcuni, che impattano sui tradizionali habitat dei volatili: dalle pratiche di allevamento intensivo di animali e le monocolture estensive, all’utilizzo di prodotti chimici che determinano la decimazione degli insetti dei quali si cibano.

Ma non si può tralasciare anche l’impatto del riscaldamento globale sulla loro esistenza e le loro abitudini: negli ultimi anni le migrazioni vengono anticipate, a volte mettendo a rischio la capacità del lunghissimo volo delle rondini tra l’Africa e l’Europa, a causa delle primavere più calde.

Ultima ma non meno impattante, tra le cause di “sparizione” del volatile, è la sistematica distruzione dei nidi nelle zone urbane dei Paesi europei, compreso il nostro, un’abitudine diffusa tra molte persone che rende la vita difficile, se non impossibile, agli esemplari appena approdati alle nostre latitudini.

Rondini, come salvaguardarle: la difesa dei nidi

Proprio in merito a quest’ultimo aspetto molte pubbliche amministrazioni italiane stanno prendendo provvedimenti. Per salvaguardare i nidi delle rondini e preservare questi volatili, sempre più Comuni (tra cui di recente quello di Roma) hanno deciso di diffondere ordinanze specifiche.

Nei documenti si raccomanda “l’obbligo di rispettare i nidi di rondine, provvedendo alla loro tutela e protezione, anche nelle fasi iniziali di costruzione”. Non solo: per difendere la specie è importante che le persone si impegnino a tutelare dei nidi anche nel periodo autunnale e invernale.

Le rondini infatti, assieme ad altre specie simili come i balestrucci, tornando a nidificare nel corso degli anni negli stessi punti. Addirittura alcune varietà, come il Rondone pallido, si trattengono in Italia fino ad effettuare una seconda covata ad inizio autunno, partendo per la migrazione solo dopo il mese di ottobre.

Questi volatili sono preziosi alleati nella stagione calda, perché per nutrirsi riescono a consumare fino a circa 6.000 insetti al giorno per coppia. La rondine è un vero e proprio “insetticida” che aiuta a mantenere l’equilibrio della natura, motivo in più per agevolare la loro permanenza nei nostri contesti urbani.

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