Siccità: quello che l’ambiente ci chiede

È bene sapere che la siccità, la prolungata mancanza o scarsità di precipitazioni in una determinata zona, è un fenomeno ciclico che può interessare tutte le aree del pianeta. Purtroppo, negli ultimi decenni è saltato un meccanismo fisiologico: l’alternanza tra periodi di siccità e periodi molto piovosi o nevosi, in grado quindi di compensare.

Gli eventi siccitosi tendono infatti a ripetersi con maggiore frequenza e intensità. Da una siccità meteorologica, caratterizzata da deficit di precipitazioni e scarsa capacità di ricarica delle falde, siamo passati a quella agricola, con stress vegetativo, minore resa delle coltivazioni, e addirittura a quella idrologica, con la riduzione della portata dei bacini naturali e artificiali, dei fiumi, con la scomparsa di interi ecosistemi.

Tutto ciò porta ha impatti anche a livello socio-economico e lo stiamo già sperimentando. La domanda di acqua per tutte le attività umane eccede la disponibilità. Non c’è acqua per tutti: vanno fatte delle scelte.

Perché ci interessa

Da mesi le immagini del Po in secca sono diventate la copertina della situazione che sta vivendo il nostro paese. Fiumi ridotti a distese di sabbia, laghi più bassi di decine di metri, bacini di raccolta vuoti, ghiacciai che arretrano, acqua di mare che risale per chilometri lungo i corsi d’acqua.

La posizione dell’Italia nel Mediterraneo, in questa nuove fase climatica, è purtroppo tra le più penalizzanti. Nei prossimi anni dovremo fare i conti con una disponibilità di acqua inferiore dal 10% al 40% rispetto a quella del secolo scorso. A farne le spese sarà soprattutto l’agricoltura. Già quest’anno il settore ortofrutticolo ha subito perdite piuttosto pesanti. Le coltivazioni di frutta e verdura stanno soffrendo come mai nel passato, mentre Il settore cerealicolo fa i conti con rese inferiori di un terzo rispetto alle medie.

Terreni sabbiosi e aria secchissima: chi l’avrebbe mai immaginato ai piedi delle Alpi? Possiamo magari resistere fino al prossimo autunno, nella speranza che le piogge tornino abbondanti. Possiamo confidare, più in generale, nella fine di questo ciclo di anni siccitosi.

Ma non possiamo ignorare dati e misurazioni. Certe crisi idriche si ripresenteranno. E per evitare un futuro ancora più duro, è tempo di agire, nel presente.

Siccità: il territorio italiano ne risente

Da nord a sud tutta l’Italia sta soffrendo una delle peggiori siccità della sua storia. Per comprenderla, bisogna partire dal nostro rapporto con l’acqua. Siamo abituati ad aprire il rubinetto e a trovarla. Nulla di più normale per la quasi totalità degli italiani. È qualcosa di talmente scontato che lo assumiamo come un evento naturale, ma così non è.

L’ambiente ci chiede un veloce adattamento culturale e comportamentale. Non c’è tempo da perdere; il cambiamento climatico procede a una velocità superiore a quella prevista. La storia dell’uomo è fatta di adattamenti straordinari alle condizioni climatiche e alle risorse disponibili. Questa nuova sfida è però immediata: cambiare comportamenti e abitudini diventa prioritario per il futuro ma anche per il presente.

È il momento della responsabilità e della consapevolezza. Fonti di energia rinnovabili, soluzioni energetiche più efficienti, una mobilità green: crediamo in questo orizzonte, crediamo che sviluppo e difesa ambientale possano coesistere in un ciclo virtuoso e sostenibile. L’emergenza acqua si fronteggia con buone pratiche e uno stile di vita nuovo.

Cosa possiamo fare

A una grande crisi ambientale può corrispondere una grande opportunità: quella di rivedere il nostro rapporto con l’acqua e con i consumi in genere, sia a livello dei singoli che collettivo. Siamo destinati a usare energia, tuttavia abbiamo a disposizione soluzioni sostenibili sempre più efficienti per le nostre case e i luoghi di lavoro.

A livello individuale dobbiamo intervenire per ridurre sempre più gli sprechi di acqua. Crediamo nei piccoli passi concreti, nelle abitudini che cambiano e in un uso responsabile della risorsa idrica. Il primo consiglio è quello di usare i frangigetto nei rubinetti. Fare attenzione mentre ci laviamo i denti o ci rasiamo; è inutile tenere il rubinetto sempre aperto. Preferiamo la doccia al bagno in vasca. Preferiamo uno scarico del wc con due pulsanti a quantità differenziate. Cerchiamo di non rimandare la riparazione di perdite dei rubinetti, che per quanto piccole incidono molto. Proviamo a recuperare sia l’acqua di cottura che quella piovana; entrambe sono perfette per innaffiare. A proposito di innaffiare, ricordiamoci che è meglio farlo nelle ore più fresche:  la sera perché l’evaporazione durante la notte è ridotta e l’assorbimento maggiore oppure al mattino presto quando il terreno è fresco. Usiamo lavatrice e lavastoviglie preferibilmente a pieno carico, in questo modo riduciamo anche i consumi energetici.

Ricordiamoci infine che acqua ed energia hanno un legame molto forte, da un lato l’acqua serve per produrre energia, basti pensare alle centrali idroelettriche dove serve per produrre energia o a quelle termoelettriche dove viene usata per raffreddare. Dall’altro l’energia serve per estrarre, trattare e distribuire l’acqua.

Per questo efficienza energetica e riduzione degli sprechi sono sia strumenti che obiettivi, e possono rinforzarsi a vicenda. Comprendere che il ciclo dell’acqua dipende dalla salute dell’atmosfera e dalle nostre scelte quotidiane può fare la differenza. 

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