L’impronta umana sul cambiamento climatico: come cambiano i ghiacciai?

C’è un altro paesaggio che sta cambiando più rapidamente di quanto immaginassimo: è quello dell’alta montagna, dei ghiacciai e delle nevi perenni. I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto notevole sulle riserve di ghiaccio in tutto il mondo. In particolare, i ghiacciai delle zone temperate, come l’Italia, sono in forte sofferenza e la loro riduzione avviene a un ritmo costante, anno dopo anno.

La contrazione dei ghiacciai, insieme alla desertificazione di diverse zone e alla perdita di biodiversità dei mari, è uno dei fenomeni più visibili e impressionanti legati all’innalzamento delle temperature. Il cambiamento climatico è arrivato ad alta quota anche in prossimità dei poli: la perdita di ghiaccio infatti riguarda da vicino sia le zone temperate che l’Antartide, il grande Continente Bianco, e soprattutto l’Artide. Le masse glaciali sono in ritirata, la quantità di acqua dolce altera il ciclo di vita dei mari e nuovi equilibri di ecosistema devono essere ancora trovati.

Possiamo fare qualcosa per invertire o almeno rallentare i processi in atto? Sì, possiamo fare ancora molto. Comportamenti responsabili e impegno costante sono le chiavi per una grande azione collettiva che ci veda tutti impegnati per un futuro più sostenibile, a partire dagli ambienti più vicini. Rendere l’Italia più verde, in questo caso più bianca di ghiaccio e neve, è un obiettivo che possiamo raggiungere tutti insieme. Come sempre la consapevolezza è il primo passo.

Lo scioglimento dei ghiacciai e i suoi effetti

Gli effetti più eclatanti dello scioglimento dei ghiacci si osservano soprattutto nell’emisfero settentrionale, in particolare nell’area artica. Il volume dei ghiacci in quest’area è diminuito progressivamente negli ultimi 40 anni. Ogni anno la superficie si è ridotta di circa 80.000 km2; in pratica ogni anno si è persa un’area “bianca” grande come Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.

I ghiacci artici si sciolgono prima di quelli antartici. Il motivo è la loro struttura. Si tratta infatti di banchisa, cioè ghiacci galleggianti, che risentono due volte dell’aumento della temperatura: sia quella dell’aria, sopra, che quella dell’acqua, sotto. I ghiacci antartici invece sono prevalentemente continentali: come base hanno la terraferma e risentono dell’innalzamento della temperatura solo nella parte superiore a contatto con l’aria. Purtroppo però le misurazioni degli ultimi anni non sono incoraggianti nemmeno per il continente antartico, che resiste meglio ma è sempre più esposto a temperature estive fuori scala, superiori anche ai 20°C.

Quali sono, più in generale, gli effetti della riduzione dei ghiacci marini e montani?

  • Innalzamento del livello dei mari: ogni anno il livello del mare sale di 2,3 mm, se si sciogliesse tutto il ghiaccio sulla terra, il livello salirebbe di circa 73 metri!
  • Diminuzione della salinità degli oceani: con alterazione della microfauna (plancton), delle correnti marine (cambia il peso dell’acqua) e, in definitiva, del clima
  • Diminuzione dell’effetto albedo: si tratta della capacità delle superfici marine e terrestri di riflettere l’energia solare. Se questo fenomeno si riduce, le terre e i mari tendono ad assorbire più energia con ulteriori effetti sulla temperatura globale
  • Rilascio di sostanze inquinanti contenute nei ghiacci: pericolose per l’ambiente circostante e per l’ozono
  • Rischio di rilascio di virus e batteri: tenuti prigionieri e “in sonno” per tantissimo tempo nei ghiacci. I microrganismi potrebbero rappresentare agenti infettivi nuovi, e per questo più pericolosi, per gli esseri viventi
  • Colonizzazione di nuove aree da parte di diverse forme di vita: con conseguenze ancora sconosciute in termini di equilibri ecosistemici e biodiversità

I ghiacciai italiani, un patrimonio a rischio scomparsa

Perché sono così fragili i nostri ghiacciai? La risposta è piuttosto semplice: poiché sono piccoli, la superficie ha più difficoltà a disperdere il calore e quindi risentono maggiormente dell’innalzamento della temperatura. Riducendosi, poi, diventano ancora più fragili; gli effetti di questa catena sono esponenziali.

Il volume complessivo dei 903 ghiacciai italiani è diminuito di circa il 30% negli ultimi 60 anni. La superficie persa è di circa 200 km2, simile a quella del Lago Maggiore, e la tendenza non sembra rallentare: circa il 13% della riduzione è stato registrato negli ultimi 10 anni. I ghiacciai alpini sotto i 3.500 metri rischiano di scomparire nell’arco dei prossimi 20-30 anni.

Per questo è necessario intervenire subito, con tutti quei comportamenti che possano contrastare efficacemente i cambiamenti climatici: dalle scelte che vanno nella direzione della transizione energetica alle piccole abitudini quotidiane, legate al consumo e al corretto riciclo.

Le nostre “impronte” in un podcast con Marta Bassino e Andrea Giuliacci

Uniti tutti insieme in un movimento possiamo fare molto per diminuire l’impatto dell’uomo sulla nostra bella Italia. Scopri come con Impronte, il podcast E.ON dedicato all’impatto dell’uomo sugli ecosistemi italiani.

Nella terza puntata Andrea Giuliacci è accompagnato sul ghiacciaio della Marmolada da Marta Bassino. Campionessa mondiale di sci alpino, Marta vive in prima persona gli effetti dell’impronta dell’uomo sull’alta montagna e crede che solo il nostro concreto contributo possa in parte salvare il Pianeta.

Ascolta il podcast e partecipa insieme ad Andrea e Marta al movimento per rendere l’Italia più verde e, in fondo, anche un po’ più bianca!


 

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