Come ci scaldavamo prima dei termosifoni

Un tempo, prima dei termosifoni, riscaldavamo le nostre case con metodi poco efficienti, spesso pericolosi e alle volte scomodi. La tecnologia non aveva raggiunto i traguardi di oggi e il benessere economico non era così diffuso su larga scala. Nel complesso le condizioni di vita erano più difficili, tanto che la sicurezza domestica non rappresentava una priorità, mentre la coscienza ambientale ancora non si era sviluppata. A questi elementi vanno aggiunte condizioni climatiche differenti: gli inverni infatti erano più rigidi e il freddo era uno dei grandi nemici da combattere, tutti i giorni e per lunghi periodi nel corso dell’anno.

Facciamo allora un tuffo nel passato per conoscere da vicino i sistemi di riscaldamento più diffusi, ricordando sempre che gli obiettivi principali erano riscaldare le case e mantenere una temperatura corporea accettabile. Obiettivi da raggiungere con tutti i mezzi necessari, o almeno con quelli disponibili.

Un elenco da brividi

Le case non avevano riscaldamento, i più fortunati potevano contare su più camini disposti nel maggior numero di camere possibili. La maggior parte delle case invece aveva un solo camino, spesso di dimensioni ridotte, posto in cucina. Il fuoco senza dubbio è stato l’elemento che ha accompagnato costantemente la vita nelle case; dal mattino fino alla sera, possibilmente anche di notte. La cucina, invece, ha rappresentato per tanto tempo l’ambiente domestico maggiormente frequentato. Il camino e la stufa si trovavano proprio lì, dove le persone erano solite ritrovarsi per passare gran parte della giornata. Mangiando, certo, ma soprattutto facendo lavori domestici e chiacchierando.

I più fortunati avevano a disposizione sufficiente spazio per disporre i letti in corrispondenza dei muri attraversati dalla canna fumaria. Il fatto poi di abitare tutti insieme, come accadeva per molte famiglie allargate, poteva rappresentare anche un buon modo per riscaldare gli ambienti, viste le dimensioni spesso ridotte delle abitazioni.

Gli scaldaletto con la brace abbondavano. Le forme e i materiali erano molti, ma in genere avevano una forma circolare, che ricordava le padelle, ed erano in metallo o ceramica. A causa di questi oggetti il campionario degli incidenti in camera da letto era ampio: dalle semplici bruciature a veri e propri incendi. Fortunatamente esistevano anche metodi più sicuri per rendere più confortevole il riposo notturno. Ad esempio, la copertura dei letti a baldacchino aveva una duplice funzione: da una parte impediva alle correnti di raffreddare il letto, dall’altra manteneva il calore sviluppato dai corpi e dal respiro.

Chi poteva permetterselo usava molti complementi di arredo, che avevano uno scopo decorativo ma erano anche grandi alleati contro le basse temperature. I tappeti, gli arazzi sui muri, le spesse tende davanti alle finestre, i grandi e pesanti mobili in legno addossati alle pareti isolavano gli ambienti, mantenevano il calore ed erano una barriera contro il freddo esterno.

Poiché la qualità degli infissi era modesta, si faceva molta attenzione a chiudere i possibili spifferi con tutti i materiali a disposizione. Le finestre, le porte e il sottotetto infatti presentavano spesso fessure, buchi, spiragli e piccole aperture, riempite in genere con piccole liste di legno, tessuti o paglia. Quest’ultima era anche il materiale isolante più usato nel sottotetto, per evitare che l’aria calda si disperdesse velocemente.

E per quanto riguarda l’abbigliamento? Più faceva freddo, più si aggiungevano vestiti: ci si vestiva a strati, badando più agli effetti pratici che a quelli estetici. Considerando che il guardaroba non era molto ricco, molte persone durante l’inverno si trovavano addirittura a indossare tutti i vestiti disponibili. Il metodo “a cipolla” consentiva di regolare il calore corporeo a seconda delle circostanze e degli sbalzi di temperatura nell’arco della giornata. Per secoli il tessuto più diffuso è stato la lana, per i costi contenuti e per le sue caratteristiche: calda, termoisolante, in grado di far traspirare la pelle, assorbire l’umidità e resistere all’usura. Un’alternativa erano le pellicce, altrettanto efficaci contro il freddo ma certamente non alla portata di tutti. Si faceva infine particolare attenzione a tenere calde le estremità del corpo: l’abbigliamento dei secoli scorsi era quindi decisamente caratterizzato anche da cappelli, guanti e manicotti.

Buone pratiche e tecnologia per il calore del futuro

Molte soluzioni sono improponibili ai giorni nostri, soprattutto se consideriamo la loro pericolosità e l’impatto ambientale. Erano metodi che si basavano prevalentemente sul fuoco diretto e sulla brace con conseguenze piuttosto evidenti: pochissima efficienza energetica, rischi di incendi e più in generale di incidenti, scarsa qualità dell’aria, forte pressione sulle risorse boschive. Oggi abbiamo a disposizione soluzioni molto più efficienti, più sicure, dall’impatto ambientale sempre più ridotto. E tuttavia possiamo lo stesso prendere spunto da alcuni comportamenti del passato, dettati dal buon senso.

Prima di tutto isoliamo al meglio le porte e le finestre, facendo attenzione a tutte quelle fessure, spesso invisibili, che lasciano entrare aria fredda senza che ce ne rendiamo conto. Un cattivo isolamento può compromettere i risultati anche del migliore impianto, in termini di rendimento, di costi ambientali ed economici. Anche se la qualità degli infissi negli ultimi anni è migliorata tantissimo, un controllo periodico della loro tenuta non costa nulla ed è un accorgimento dai risultati sorprendenti.

Ricordiamoci poi di un alleato su cui possiamo contare da sempre e che alle volte tendiamo a sottovalutare: il sole. Le generazioni che ci hanno preceduto ben conoscevano questa fonte di calore e sapevano che l’orientamento della casa era fondamentale per il massimo sfruttamento dell’irraggiamento solare. Gli ambienti in cui si passava più tempo, come le cucine e i soggiorni, erano in genere esposti a sud, per godere del maggior numero di ore di luce e calore. Al contrario, le zone esposte a nord erano riservate a bagni, rispostigli, dispense. Anche oggi lo studio del percorso solare rispetto a un’abitazione rimane fondamentale, sia per la collocazione delle camere che per un utilizzo ottimale degli impianti fotovoltaici. Basterà inoltre aprire le tapparelle di giorno e chiuderle al tramonto, per scaldare il più possibile gli ambienti e mantenere successivamente il calore, evitando tutte quelle dispersioni termiche dannose per la temperatura interna e per la bolletta.

Se alcune buone pratiche del passato, legate al buon senso, continuano a tornarci utili, è però alla tecnologia che dobbiamo la maggior parte dei progressi ottenuti nell’ambito della climatizzazione. In E.ON ci impegniamo ogni giorno nel fornire supporto per una maggiore efficienza energetica domestica. Le nostre soluzioni sono studiate per essere sicure, ad alto rendimento energetico, sostenibili e in grado di farti risparmiare. Affidati a chi conosce la tecnologia e scopri tutti i nostri prodotti per scaldare la tua casa o il tuo condominio.

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