L’impronta umana sul cambiamento climatico: come cambiano i laghi?

Il cambiamento climatico e l’impronta dell’uomo stanno modificando i bacini di acqua dolce tra cui i laghi, ecosistemi unici per la biodiversità, spesso legati a doppio filo alla storia, alla tradizione e all’economia del nostro territorio. La trasformazione dei paesaggi lacustri si aggiunge a quella dei terreni, sempre più aridi, dei mari, in molti casi più poveri di vita, e dei ghiacciai, in sofferenza in quasi tutto il mondo.

Lunghi periodi di siccità e temperature sopra la media consumano letteralmente le riserve idriche dei laghi, con un innegabile impatto sull’economia del territorio: la minore quantità di acqua può infatti modificare le scelte e le disponibilità agricole, condizionare la produzione energetica delle centrali idroelettriche, avere ripercussioni sulle attività turistiche. Livelli dell’acqua più bassi inoltre incidono direttamente sul paesaggio, poiché cambia la forma dei bacini, e influiscono sulla flora e fauna locali. Nella migliore delle ipotesi allora avremo ecosistemi nuovi, con tutte le incognite del caso. Quali specie spariranno? Quali si adatteranno? Quali compariranno e con che impatto sulla catena alimentare? Nella peggiore delle ipotesi faremo i conti con una perdita di biodiversità; un po’ quello che stiamo sperimentando in molti mari e oceani.

Agire immediatamente diventa più che mai necessario per non perdere prima di tutto la ricchezza di vita rappresentata dai laghi. Ma anche per mantenere le opportunità sociali, culturali ed economiche che un paesaggio ricco di acqua può offrire alle comunità locali. Imparare a riconoscere le nostre impronte sull’ambiente rende più forte la nostra consapevolezza e l’impegno. Tutti noi possiamo fare qualcosa di concreto per preservare l’acqua, grazie alle piccole azioni quotidiane, più attente agli sprechi, e alle scelte energetiche. La forza del nostro impegno sta tutta nel significato di una parola: insieme. Sì, perché insieme possiamo essere un movimento green ancora più grande e compatto, per rendere l’Italia più verde e difendere il Pianeta.

Temperature più alte, minori precipitazioni: cosa succede ai laghi

Osservazioni satellitari relative agli ultimi 28 anni hanno rivelato che oltre la metà dei grandi laghi naturali e artificiali sulla Terra si sta riducendo. Si sono perse 22 gigatonnellate di acqua ogni anno; è come se avessimo perso un serbatoio grande quanto 4 massicci dell’Everest! Chi sono i principali responsabili? Le temperature più alte e la riduzione delle precipitazioni. Purtroppo gli effetti del cambiamento climatico sui laghi non finiscono qui.

  • Abbassamento delle acque: con una minore disponibilità idrica sia per l’ecosistema circostante che per le attività umane agricole, idroelettriche o turistiche. Ciò causa inoltre trasformazioni del paesaggio, che in alcuni casi possono diventare permanenti
  • Riscaldamento delle acque superficiali con minore solubilità dell’ossigeno: l’acqua calda scioglie meno ossigeno rispetto a quella fredda e l’intero ecosistema ne risente. Minore ossigeno significa perdita di biodiversità, perché aumenta la mortalità dei pesci e delle altre forme di vita più sensibili alla quantità di ossigeno disciolto
  • Mancato rimescolamento delle acque: inverni miti non permettono alle acque superficiali (più calde) di raffreddarsi abbastanza e mescolarsi con quelle più profonde (più fredde). In pratica non c’è scambio di ossigeno e sostanze nutrienti tra le diverse fasce d’acqua
  • Alterazione dei microclimi: i laghi sono ecosistemi in grado di influenzare il clima circostante, poiché assorbono l’energia solare e la rilasciano lentamente. Questo meccanismo garantisce temperature piuttosto costanti e miti durante l’anno, senza particolari picchi di calore in estate o di freddo in inverno. La riduzione dei bacini di acqua dolce modifica questo effetto regolatore, e può influenzare anche il tasso di umidità e di precipitazioni

I laghi italiani, gioielli da difendere

Il mese di marzo di quest’anno, 2023, in Italia ha registrato un accumulo nevoso inferiore del 63% rispetto alla media. Questo significa che le riserve idriche garantite dalla neve, le più importanti per il rilascio lento e costante di acqua nei mesi del disgelo, si sono ridotte a un terzo del normale.

I dati di quest’anno, particolarmente impressionanti, si inseriscono in una tendenza piuttosto chiara: minori quantitativi di neve, minore durata al suolo della neve caduta, disgelo ogni anno sempre più anticipato. È come se le Alpi si fossero abbassate di 300 metri! Le condizioni climatiche che si registrano oggi a 2.000 metri, infatti, sono quelle che si registravano qualche anno fa a 1.700 metri.

Alla mancanza di neve si è aggiunta quella delle piogge. In alcuni casi nell’ultimo biennio è piovuto meno della metà delle precipitazioni attese. Purtroppo questi anni siccitosi tendono a ripetersi in cicli sempre più ravvicinati. Gli oltre 1.500 laghi stanno cominciando così a soffrire in modo evidente. Particolarmente critica la situazione del 2022, con i tre principali laghi, Garda, Maggiore e Como, che per molti mesi sono stati addirittura al di sotto del 40% delle loro capacità di riempimento.

Alle variazioni di livello si accompagna inoltre una crescita della temperatura delle acque che sembra costante. Le acque superficiali del Lago Maggiore, ad esempio, dagli anni ’80 hanno registrato un incremento di temperatura di 0,30 °C ogni decennio. Il dato è particolarmente significativo perché si riferisce al secondo lago italiano per dimensioni. È facile immaginare quanto la crescita della temperatura possa impattare su bacini più ridotti.

Le nostre “impronte” in un podcast con Mario Tozzi e Andrea Giuliacci

Uniti tutti insieme in un movimento possiamo fare molto per diminuire l’impatto dell’uomo sulla nostra splendida penisola. Scopri come con Impronte, il podcast E.ON dedicato all’impatto dell’uomo sugli ecosistemi italiani.

Nella quarta e ultima puntata di questa serie Andrea Giuliacci è accompagnato sulle rive del Lago di Garda da Mario Tozzi. Geologo, divulgatore scientifico, saggista e conduttore televisivo, da anni Mario combatte in prima linea contro i cambiamenti climatici, e afferma con decisione l’importanza di prendere posizione e la necessità di una grande azione condivisa.  

Ascolta il podcast e scopri insieme ad Andrea e Mario quanto possiamo fare per rendere ogni giorno l’Italia più verde!


 

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