Salvare le tartarughe dall’inquinamento dei mari: la liberazione di Blue grazie al progetto TartaFriends

Salvata, curata e riabilitata potrà tornare finalmente in libertà: stiamo parlando di Blue, la tartaruga Caretta Caretta salvata dai volontari di Legambiente e da tutti noi, grazie all’iniziativa TartaFriends. Un evento che potrete seguire direttamente sui nostri canali social Facebook e Instagram l’8 giugno.

Nel 2019 il centro di recupero di Legambiente a Manfredonia, in Puglia, ha salvato più di 150 esemplari di tartarughe bisognose di cure. Grazie ad anni di campagne di sensibilizzazione, sempre più persone sanno che le tartarughe sono animali in pericolo: avvistarne una in mare significa che può avere bisogno di aiuto, e occorre prestare soccorso.

Una volta nei centri le tartarughe vengono visitate e curate da veterinari specializzati e lo scopo è sempre uno: restituirle sane al mare. Nonostante le difficoltà vissute durante il lockdown, tutti i centri hanno continuato gli sforzi per curare e riabilitare le tartarughe per la liberazione. Proprio come successo a Blue, che sta per tornare finalmente in libertà.

Giornata Mondiale degli Oceani

La liberazione della tartaruga avverrà l’8 giugno, data in cui ricorre la Giornata Mondiale degli Oceani. Istituita nel 1992 dal governo canadese, la Worlds Oceans Day è stata ufficialmente riconosciuta dall’ONU nel 2008. Ogni anno questa iniziativa sprona tutti i cittadini del mondo a riconoscere la bellezza e l’importanza dell’ambiente marino e delle sue creature. Forse non tutti sanno che più del 70% della superficie terrestre è costituita dal mare oceanico, che costituisce il 96% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta. 

Proteggere gli oceani è una nostra responsabilità e ognuno di noi può agire per tutelare questo bene inestimabile, adottando uno stile di vita sostenibile e attento al corretto smaltimento dei rifiuti plastici, principali responsabili dell’inquinamento dei nostri mari.  Le plastiche e microplastiche, trascinate dai fiumi, si riversano nei mari e sulle spiagge, mettendo in pericolo la sopravvivenza delle specie animali. Le correnti marine, inoltre, spostano i rifiuti che formano vere e proprio isole di plastica galleggianti, alcune grandi come nazioni. 

Tartarughe e plastica: la minaccia per la sopravvivenza

L’inquinamento ha conseguenze gravi soprattutto per le tartarughe marine, che sono tra le specie più minacciate dalla presenza di plastiche e microplastiche. Le tartarughe marine sono uno degli animali più antichi comparsi sul nostro pianeta e la loro presenza negli oceani ha un valore inestimabile. 

La loro protezione è iniziata dagli anni 70 dopo la promulgazione di varie leggi, nazionali e internazionali che regolamentano e vietano la pesca delle tartarughe. Oggi fortunatamente sono una specie protetta, ma nonostante questo sono più a rischio che mai, sia a causa di ferite accidentali durante le battute di pesca sia a causa dell’elevata diffusione di plastica.

Tartarughe a rischio: proteggere i nidi

Tra le diverse specie la Caretta caretta è la più diffusa nei nostri mari. Sono circa 7000 i nidi fatti ogni anno nel Mediterraneo, soprattutto in Grecia e nella costa della Libia. In Italia, grazie al costante lavoro di monitoraggio dei volontari di Legambiente, si stima che vengano creati fino a 60 nidi ogni anno,  diffusi sulle isole di Lampedusa e Linosa, in Sicilia, nel Sud della Lazio ma, negli ultimi anni, anche in Calabria, Salento, Campania e Cilento. L’aumento delle temperature causata dai cambiamenti climatici ha portato degli avvistamenti anche a Pisa e Nizza! 

Per garantire la sopravvivenza di questa specie, soprattutto nei nuovi ambienti, sarà necessario custodire i nidi delle tartarughe. Ogni tartaruga arriva a fare anche 5 nidi, con più di 100 uova ciascuna. Quando viene segnalato e individuato un nido, attraverso le tracce, i volontari entrano in azione: il primo passo è creare un presidio, un recinto monitorato notte e giorno. Quando arriva il momento della schiusa i volontari pesano e misurano i piccoli, lasciandoli entrare subito in acqua, facendo particolare attenzione ai predatori; spesso si creano dei “cordoni” di persone per permettere l’arrivo dei cuccioli in mare. Di questi, si stima che solo 1 su 1000 arriverà all’età in cui potrà riprodursi.

Salvare le tartarughe con E.ON Energy4Blue

Siamo emozionati di questo risultato conseguito tutti insieme, e vogliamo continuare a impegnarci per la salvaguardia dell’ambiente. Con il progetto Energy4Blue, potrai sostenere direttamente Legambiente nella sua missione di salvataggio delle tartarughe marine, e contribuire anche ad altri progetti di pulizia delle spiagge e sviluppo di nuove tecnologie per l’eliminazione delle microplastiche dalle acque. Unisciti al cambiamento e proteggi gli oceani!

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